Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia | Michele Ruol | Terrarossa Edizioni
- Autore: Michele Ruol
- Editore: TerraRossa Edizioni | Sperimentali
- Pubblicato: 17 Aprile 2024
- Prezzo: € 15,20
- Pagine: 208
- Categoria:
- Romanzo
- Relazioni e famiglia
- ISBN 10: 8894845524
- ISBN 13: 978-8894845525
- Genere: Romanzo
- Linguaggio: Italiano
- Formato: Copertina Flessibile
- Nazione: Italia
- Rating: 4.7 Reviews

Il romanzo che avrei voluto scrivere (se solo fossi stata capace di pensarlo)
Mi sorprendo ogni volta che leggo un libro, perché all’interno ci trovo sempre cose sorprendenti. Ma raramente (quasi mai) la meraviglia comincia dalla prima pagina e termina tempo dopo aver letto l’ultima. Questo perché il romanzo d’esordio di Michele Ruol “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia” suona tutti i possibili accordi sulla tastiera della letteratura italiana moderna. Una sperimentazione letteraria che ottiene come risultato la narrazione di una storia da un punto di vista completamente nuovo che trasmette al lettore profondità, tristezza e dolcezza, lo coinvolge in un vortice potente perché sprigionato da scene quotidiane, comuni a tutti e ben identificabili. Infine non invita a riflettere, sprigiona riflessioni inevitabili. Il tutto con uno stile che non è propriamente omologato da nessuna scuola di scrittura creativa dell’universo ma che riesce ad essere incisivo, diretto, efficace. Insomma, se un romanzo colpisce e lo fa per com’è scritto e per quello che racconta, la sperimentazione è riuscita in pieno, con buona pace del naso storto dei puristi.
Inventario di ciò che resta, quando la foresta brucia
Attraverso un inventario che, scrivendo, stavo per definire semplice ma sbagliando clamorosamente aggettivo, allora ricomincio. Attraverso un intenso inventario di semplici oggetti domestici, Michele Ruol ci porta a conoscere la famiglia protagonista del libro. Madre, Padre, Maggiore e Minore sono i componenti di questa famiglia che potrebbe essere quella di chiunque.
Nella loro casa ci sono degli oggetti di uso quotidiano, una bomboniera, la porta d’ingresso, una mensola in stile roccocò, un televisore a tubo catodico 14 pollici e tanti altri. Ognuno di questi oggetti e il centro di un breve capitolo, nel quale si racconta un episodio di vita quotidiana accaduto a Maggiore, a Minore, ai loro genitori o a tutti quanti insieme. Presto si comprende che sulla loro famiglia=foresta è passato inesorabile un incendio=incidente che ha coinvolto i ragazzi. Allora ogni singolo oggetto e gli eventi raccontati e ad esso legati prendono un significato profondo e particolare.
Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia: il valore dei singoli attimi
Oh non è obbligatorio trarre una morale dalla lettura di un bel romanzo. E questo è un romanzo intenso, dolce, misurato ed eccezionalmente innovativo nello stile. E anche se non è obbligatorio trarne una morale, direi che questa zampilla da ogni pagina, da ogni immagine di vita quotidiana raccontata dall’autore. Perché le scene sono proprio come quelle che viviamo, abbiamo vissuto, vivremo o abbiamo visto vivere a centinaia di altre persone nella nostra vita.
Solo che queste vengono narrate col senno del poi, in forma di inventario perché l’incendio ha bruciato la foresta che è la foresta di tutti noi. Quella che ci appare ignifuga, eterna. Passata l’enfasi degli amori, dell’odio, dei sogni, degli scontri, delle paure e delle gioie intense, quello che resta è il fondo della quotidianità. Un panno bianco solido su cui scorre tutta la vita. E la quotidianità è fatta di pranzi preparati in cucina, telefonate ai figli per chiedere puntualità, ritorni da lavoro e uscite per andare a lavoro. Tutto questo, essendo appunto quotidiano, rischia di diventare banale agli occhi di chi lo vive e, ancor di più, diventa eterno, immutabile, scontato. Ma non è così, perché l’incendio può spazzare via la più anonima e nascosta delle foreste e, a quel punto, l’inventario fatto con oggetti comuni prende un significato assai diverso: trasmette l’importanza di ognuno di quei momenti vissuti senza accorgersi di quanto fossero realmente importanti, tanto da costituire i mattoncini di una vita intera.
Bello, intenso e molto significativo, consiglio Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia di Michele Ruol a tutti coloro che vogliono compiacersi di leggere qualcosa di innovativo nello stile e sorridere a sapere che da qualche parte anche in Italia un editore ha scommesso sulla pubblicazione di qualcosa che non segue la bibbia dei corsi di scrittura creativa. E naturalmente lo consiglio a chi vuole commuoversi e riflettere sull’importanza di ogni singolo attimo di quotidianità.
Michele Ruol
Michele Ruol, finalista al Premio Strega 2025 con questo romanzo, vincitore del Premio Giuseppe Berto alla sua 31esima edizione e del Premio Fondazione Megamark (nona edizione) sempre col suo romanzo d’esordio, è un medico anestesista di professione. Nato a Chicago nel 1986, ha da sempre coltivato la passione per la scrittura ed è autore anche di diversi testi per il teatro.